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L'ortodonzia

E’ vero che il trattamento ortodontico provoca dolore?

Il posizionamento in bocca di un apparecchio ortodontico, sia di tipo fisso che mobile, non è assolutamente una procedura dolorosa. Ovviamente l’apparecchio è pur sempre un corpo estraneo e sarà, quindi, necessaria una fase di adattamento. Talvolta si possono creare delle ulcere da decubito sulle guance o sulla lingua; in questo caso si può alleviare il fastidio applicando della cera ortodontica (si compra in farmacia) sull’apparecchio. Dopo l’attivazione da parte del dentista, è normale avvertire un indolenzimento dei denti per due o tre giorni, a causa della pressione che le forze ortodontiche esercitano sui denti.

E’ vero che l'apparecchio ortodontico provoca le carie?

Spesso i pazienti o i loro genitori sono preoccupati perché pensano che al di sotto dell’apparecchio ortodontico fisso si possano formare delle carie. Di per sé l’apparecchio non causa carie, a condizione, però, di mantenere un buon controllo della placca batterica. E’ vero che durante il trattamento ortodontico l’igiene orale è più difficile, ma con un po’ di tempo e di pazienza in più si riesce comunque a pulire i denti perfettamente. Oltre al normale spazzolino, sono utili altri presidi, quali lo scovolino, per pulire al di sotto del filo ortodontico e ai lati degli attacchi, e un filo interdentale specifico per apparecchi, dotato di un’estremità rigida che consente di infilarlo al di sotto dell’arco.

Perchè in alcuni casi è necessario estrarre dei denti?

Durante l’evoluzione della specie umana, le ossa del mascellare e della mandibola si sono progressivamente ridotte di dimensioni, mentre il numero dei denti è rimasto invariato. Per questo motivo spesso i denti sono “affollati”: significa che c’è una discrepanza tra le dimensioni dei denti e quelle delle ossa in cui i denti stessi alloggiano; in altre parole non c’è abbastanza spazio per tutti i denti. Uno degli obiettivi del trattamento ortodontico è quello di allineare i denti ricreando questo spazio. Esistono due modi per “fare spazio”. La prima possibilità è quella di espandere le arcate, cioè di disporre i denti su un arco di cerchio più ampio; questo metodo ha, però, dei limiti: 1) l’entità di affollamento, che deve essere lieve o media, 2) l’età del paziente, perché nei bambini si può agire sulla crescita delle ossa e si può guidare l’eruzione dei denti, mentre ovviamente negli adulti non è possibile; 3) lo spessore dell’osso e della gengiva, perché un’eccessiva espansione dei denti può spingerli fuori dall’osso, 4) l’estetica del viso, perché si rischia di far sembrare i denti troppo sporgenti. Per tutti questi motivi, vi sono dei casi in cui l’unica possibilità per allineare i denti senza incidere negativamente sull’estetica del volto e sulla salute dei tessuti di supporto dei denti stessi, è quella di estrarre alcuni denti per far posto agli altri. In genere la scelta cade sui premolari, più raramente sui molari o su un incisivo inferiore. La necessità di sacrificare dei denti sani suscita di solito molte perplessità nei pazienti o nei loro genitori, anche perché alcuni pensano erroneamente che alla fine del trattamento si possa notarne la mancanza o possano residuare degli spazi in arcata. Invece è bene chiarire che gli spazi ottenuti con l’estrazione dei denti verranno perfettamente chiusi spostando gli altri denti e che l’estetica del sorriso e la funzione risulteranno migliorati.

(Vedi anche Ortodonzia nella pagina dei Servizi)

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